0.1.3. TRE F.A.Q.[1] [0.1.3.1.i. : Colorazione politica di Gesell (0.1.3.1.3.i. : socialisti e liberali; 0.1.3.1.4.i. : cristiano sociali; 0.1.3.1.5.i. : conservatori e nazionalisti; 0.1.3.1.6.i. : anarchici; 0.1.3.1.7-8.i. : caratteristiche dei gesellisti) – 0.1.3.2.i. : Garanzia immobiliare, problema morale, e società ad irresponsabilità illimitata – 0.1.3.3.i. : Matteotti critica l’icemoney.]
0.1.3.1. LA COLORAZIONE POLITICA DI GESELL
“I tories mi chiamano whig, i whig tory. ” (A. Pope [2]).
0.1.3.1.1. Mi si chiede frequentemente : “Ma di che partito era G.?”….non ne ho letto tutta l’opera, ma penso di poter concludere che egli scrupolosamente eviti un collocamento univoco, preferendo lasciarsi definire all’autodefinirsi.
0.1.3.1.1.1. Giusto al comma 2.4.1.5.5. sembrerebbe sbilanciarsi un po’per il partito liberale, ma potrebbe anche essere un’osservazione fattane esternamente; non è cioè da escludere che avesse mangiato la foglia,
0.1.3.1.1.2. consapevolizzandosi che la politica è tutta una manfrina e che partiti, sindacati ecc.ra son come quelle piante, da cui si potrebbero anche estrarre farmaci curativi,
0.1.3.1.1.3. ma da cui – finché sullo spirito di servizio paradossalmente prevalgono egoismo e follia del potere[3], – si finisce per estrarre unicamente droghe ed altri veleni assassini :
0.1.3.1.1.4. io ho sempre visto i rappresentanti d’auto vendere auto, e lavatrici quelli di lavatrici; così logicamente mi chiedo cosa mai venderanno i rappresentanti del popolo………
0.1.3.1.1.5. Come la straordinarietà di una nuova esistenza viene sovente ottenuta solo come sottoprodotto (spesso addirittura sgradito, imprevisto ed indesiderato) della molto più attraente e coinvolgente attività sessuale,
0.1.3.1.1.6. da un’eternità gli Italiani stanno ricevendo prestazioni essenziali – tanto per incominciare legislazione ed amministrazione – solo come sottoprodotto, refluo e di ripiego, della rissa per il potere! …..il bello è che non se ne sono neanche accorti!!
0.1.3.1.2. Più che essere l’ennesimo rappresentante di un’ideologia vecchia, cotta e ricotta, G. è stato il creatore di una nuova, in cui tuttavia risuonano spunti di molte, forse di tutte, le altre.
0.1.3.1.2.1. Attenendoci ai fatti, G., come ministro dell’economia, per due settimane ha fatto parte di una Giunta bavarese, ufficialmente Cristiano Sociale,
0.1.3.1.2.2. ma chiamatovi da quel Landauer, anarchico e radicale che la presiedeva, figura nobile ed idealista, che ben poco avrebbe da spartire coi nostri demoNcristiani;
0.1.3.1.2.3. [ed abbiamo visto (commi Bio.18-20) che quella giunta fu poi abbattuta, manu paramilitari, da un governo di coalizione di cui facevano parte anche quei socialisti tedeschi (Partito Socialdemocratico),
0.1.3.1.2.4. che – pur includendo gli Spartachisti (comunisti) – avevano ugualmente commissionato l’insanguinato soffocamento dell’insurrezione spartachista di Berlino,
0.1.3.1.2.5. facendo abbattere (od almeno tollerando l’abbattimento) degli scomodi Rosa la Rossa e Liebknecht, nonché poi dello stesso Landauer.
0.1.3.1.3. In realtà la Germania, emersa dalla prima guerra mondiale, si trovava nella condizione primordiale d’un vulcano in eruzione, fucina d’idee, che ben raramente ammettevano una divisione netta, piuttosto sovrapponendosi o sfumando l’una nell’altra;
0.1.3.1.3.1. talché è impossibile tracciare una corrispondenza, biunivoca e senza eccezioni, tra i partiti dell’epoca e quelli Italiani odierni; solo in prima approssimazione potremmo dire
0.1.3.1.3.2. che il Partito Socialdemocratico, Tedesco, ancorchè spesso avesse già condiviso il potere, includesse TUTTI gli attuali PDS - Socialisti – Radicali - Comunisti (Spartachisti) – Ambientalisti – Anarchici[4] .
0.1.3.1.3.3. (Perché sicuramente molti di essi facevano ancora parte dei Liberali, nel XIX secolo, partito fortemente progressista, decisamente rivoluzionario e giustamente di sinistra, un po’come gli attuali Radicali italiani :
0.1.3.1.3.4. sic transit gloria mundis[5]……………tornando a rivivere, quei Padri si sentirebbero davvero spaesati nell’attuale italico partito, ingloriosamente conservatore [6]!)
0.1.3.1.3.5. Comunque – finchè per ‘socialismo’s’intenda quella dottrina economica che a mezzo di un totalitarismo statalista si riproponga di pervenire alla sacra bestemmia[7] “A ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue capacità,
0.1.3.1.3.6. G. (come del resto anch’io) non possiamo esser considerati completamente socialisti, perché – come continuo a ripetere - : "Compagni, la fede nella solidarietà ci unisce, ma la fiducia nello statalismo invece ci divide!"
0.1.3.1.3.7. Ma neanche siamo completamente liberali, ancorchè non bisognerebbe mai dimenticare che – rifacendosi al principio (cioè alla rivoluzione francese), negli Stati Generali la divisione fu tra Aristocrazia, Clero e Liberali (mentre il Quarto Stato ancora non veniva ammesso nella stanza dei bottoni),
0.1.3.1.3.8. e che quindi è dalla matrice liberale che son poi scaturiti tutti i grandi rivoluzionari e contestatori del 1848 nonché i socialisti della prima Internazionale,
0.1.3.1.3.9. che poi, vedi nota 32, subirono la scissione degli anarchici (1892), dei comunisti [in Italia 1921, poi costoro ulteriormente scissisi da Democrazia Proletaria, e poi, anni 90, in PdS. e Rifondazione Comunista, da cui si scissero ulteriormente, nel 1998 i Comunisti Italiani]
0.1.3.1.3.10. mentre il Partito Socialista continuò con la scissione dei socialdemocratici di Saragat (1947), la riunione degli anni 60 (PSU) e la successiva nuova scissione, fino all’affondamento[8].
0.1.3.1.3.11. Nel Partito Liberale la posizione radicale e di sinistra (liberalsocialista, gobettiana) sarebbe quindi tuttaltro che una novità teorica, anzi un ritorno alle sacrosante origini, che io ovviamente non posso che auspicare, sollecitare ed approvare.
0.1.3.1.3.12. Ed effettivamente, quando parla d’economia e dell’apparato produttivo, G. poi lo fà decisamente da 'manchesteriano[9]', cioè da sostenitore del più rigido e puro liberismo anglosassone, forse addirittura più deciso di Smith e di Ricardo e risentendo notevolmente l’influenza di Stirner.
0.1.3.1.3.13. Però quando si parla di proprietà privata immobiliare nasce una nettissima frattura col liberalismo, perché – pur accettando e sostenendo tutte le altre – su questo tipo non abbiamo idee sostanzialmente diverse da Fausto Bertinotti[10],
0.1.3.1.3.13.1. e, sotto questo punto di vista, torneremmo ad esser considerabili come comunisti, ancorchè si sia solo obbiettivi, onesti e coerenti, perchè – se si difendono i diritti naturali poi si deve necessariamente essere contemporaneamente antistatalisti, anticentralisti, e federalisti -
0.1.3.1.3.13.2. e conseguentemente anche difensori di quella gestione privata che – anche se nessuno sembra ancora essersene accorto - alla resa dei conti non è che un caso, limite e particolare, del federalismo correttamente inteso,
0.1.3.1.3.13.3. cioè del desiderio e volontà di portare il controllo, del territorio e delle sue sovrastrutture, il più possibile vicino ai suoi reali utenti finali : il Centro di potere faccia pure la strategia, ma d’intesa con la periferia e rimettendole completamente la tattica!
0.1.3.1.3.14. Infatti, per le sue stesse dimensioni, quandanche lo Stato fosse provvisto di braccia, l’enorme loro distanza dalla testa renderebbe ugualmente preferibile la gestione privata,
0.1.3.1.3.15. per il semplicissimo motivo che quella stessa posizione, di distacco, necessaria ed anzi proprio indispensabile, allo stratega, per la visione d’assieme dei problemi, poi ostacola (quando addirittura non impedisce) la risoluzione e gestione dei particolari,
0.1.3.1.3.16. così che solo l’intervento anche del tattico può garantire, all’utente finale, un rapporto costi-qualità accettabile :
0.1.3.1.3.17. l’iniziativa privata è insuperabile appunto perchè – potendo concentrare il suo sforzo su una lunghezza di fronte ristretto, gli conferisce la massima pressione di sfondamento possibile,
0.1.3.1.3.18. muovendosi inoltre più agilmente e duttilmente nonché con migliore conoscenza del luogo e delle sue problematiche e più attenzione a particolari e dettagli, così, nel complesso, conseguendo un minor costo finale da ammortizzare,
0.1.3.1.3.19. che – dopo la nostra riforma (prevedente che tutti gli annessi e connessi al suolo, non appena ammortizzati, tornino di proprietà comune) – si risolverà in vantaggio sociale : il suicidio rituale del capitalismo. l’eutanasia del réntier profetizzata da Keynes.
0.1.3.1.3.20. Inoltre - mentre tutta l’altra proprietà privata offre alla Società molti più vantaggi che non inconvenienti, tanto da venir difesa da numerosi galantuomini tra cui Leone XIII, Mazzini[11], Ricossa - solo quella del suolo (e suoi annessi e connessi) le rappresenta un pericolo,
0.1.3.1.3.21. causa – oltre alle ragioni etiche e libertarie che vedremo ai commi ________ – quel suo inconveniente di durare ben oltre il tempo legalmente previsto per ammortizzarla (in Italia 33,3 anni), offrendo l’occasione di un vero e proprio furto o quantomeno di un illecito arricchimento[12].
0.1.3.1.4. Ugualmente i Cristiano-sociali tedeschi (CSU), con l’italica DemoNcrazia Cristiana, hanno in comune giusto quel ‘cristian’: certo è vero che G. – come del resto faccio anch’io (forse anche troppo frequentemente!) – cita, spesso e volentieri, quelle sacre scritture,
0.1.3.1.4.1. di cui resta però da vedere quanto ancora se ne ricordino, la maggior parte della classe dirigente clericale e demoncristiana[13], e, soprattutto, se abbiano mai avuto l’intenzione di realmente applicarle!
0.1.3.1.4.2. Personalmente faccio risalire i Cristiano-sociali tedeschi ad una bella intuizione di Göthe[14], che acutamente osservò come il Cristianesimo apparisse il riciclaggio, la riproposizione, sotto forma di religione, di un’auspicabile e condivisibilissima concezione esistenziale,
0.1.3.1.4.2.1. cui l’allora graniticità dell’impero romano avrebbe interdetto l’attuazione politica [15]; parafrasando, in un certo senso, M.L.King, Göthe sembra affermare che
0.1.3.1.4.2.2. il Cristianesimo, in fondo, è la riproposizione di un discorso rivoluzionario, inascoltato in sede politica…….così, buttata fuori dalla porta, da rivoluzione sconfitta, sarebbe rientrato per la finestra, camuffandosi da religione.
0.1.3.1.4.2.3. Atto successivo quella conversione dell’Abominevole, la costantinesca riconciliazione[16] che altro non sarebbe stato se non il berlingueriano compromesso storico dell’epoca,
0.1.3.1.4.2.4. da una parte la riammissione - in famiglia ed alla legalità - del figlio-contestatore (e precedentemente perseguitato), dall’altra sua completa rinunzia a qualunque azione rivoluzionaria (in precedenza e lungamente quasi un sinonimo di ‘cristiana’!!)[17];
0.1.3.1.4.2.5. sancita da una parte dalla scrupolosa cancellazione, nelle sacre scritture, di qualunque critica antiimperiale ed antiromana[18], dall’altra da quel ‘volemose ben!’dei vari ‘dare a Cesare quel che è di Cesare’ecc.ra :
0.1.3.1.4.2.6. a queste condizioni il furbo imperatore, inventata la balla dell’‘in hoc signum[19]’, avrebbe attuato il compromesso storico.
0.1.3.1.4.3. In altre parole il Cristianesimo (vedi anche il Vangelo di Tommaso[20]) sarebbe sempre stato non una religione, ma una filosofia esistenziale più rispettoso della e più vicino alla natura umana, ed un criptoprogetto politico,
0.1.3.1.4.3.1. così pienamente giustificando la reazione, persecutiva nei suoi confronti, dell’Abominevole-pro-tempore (leggi Impero Romano)
0.1.3.1.4.3.2. in precedenza sempre tradizionalmente comprensivo e ricettivo di déi e religioni – ed inspiegabilmente solo in quel caso sentitosi invece invaso e gravemente minacciato!
0.1.3.1.4.3.3. Successivamente la mancanza d’una elaborazione logica paragonabile alla invece loro straordinaria sensibilità ed intuizione, fece fare istintualmente, sia a Marx che al Vaticano, passi significativamente indicativi per le nostre supposizioni.
0.1.3.1.4.3.4. Marx infatti, proponendo l’irreligiosità socialista e definendo qualunque religione l’oppio dei popoli - assume una posizione inutilmente reattiva nei di lei confronti –
0.1.3.1.4.3.5. dimostrando di mettere completamente sullo stesso piano Socialismo e religione, quali vettori complanari ma contrapposti destinati a combattersi – od almeno contrastarsi e così evidenziando la loro concorrenzialità, la loro reale natura di due donne sotto lo stesso tetto o di due galli nello stesso pollaio,
0.1.3.1.4.3.6. (mentre finchè la religione si fosse occupata di morale e dell’aldilà e la politica d’economia e dell’aldiqua, non ci sarebbe dovuto essere il minimo motivo nè di competizione, né di ostilità.)
0.1.3.1.4.3.7. Simmetricamente anche il Vaticano ha dimostrato di percepire o il Socialismo come religione oppure, simmetricamente, il Cristianesimo come teoria politica, in ogni caso come concorrente, setta dissidente ed eretica, da combattere e possibilmente eliminare.
0.1.3.1.4.3.8. Possibile che tutte queste brave persone abbiano tutte preso lucciole per lanterne? In realtà la logica ci dice che nello stesso momento in cui si sia immaginata la situazione dell’aldilà correlata e dipendente dal comportamento tenuto nell’aldiqua,
0.1.3.1.4.3.9. quei due mondi – precedentemente separati – ne sono risultati fusi ed é completamente cessata la possibilità di tagliare politica e religione, morale ed economia con un taglio così netto che ognuno ne abbia solo dell’una o dell’altra[21] :
0.1.3.1.4.3.10. ormai, concorrendo entrambe nella formazione della Weltanschauung individuale, esse si mescolano e sovrappongono fino a rendersi praticamente indistinguibili, son due facce già di per sé poco diverse e, soprattutto, della stessa medaglia!
0.1.3.1.4.3.11. Quello che dobbiamo immediatamente fare è quindi consapevolizzarci dell’intervenuta loro sintesi, e di incominciare a parlare di Socialismo come della contraction indifferentemente dei termini Social(cristian)ismo Social(islam)ismo, Social(budd)ismo,
0.1.3.1.4.3.12. di retrocedere a Jeshua la fondazione del Socialismo (di cui poi Maometto ha assicurato una fondamentale diffusione in oriente),
0.1.3.1.4.3.13. cessare ogni ostilità nei confronti degli autenticamente religiosi di qualunque confessione – ovunque nostri fratelli e compagni – e convincerci che da una diffusione, nel mondo, dell’autentica religiosità, insegnamento esistenziale, mentalità e spiritualità di quei grandi uomini –
0.1.3.1.4.3.14. il Socialismo ha assolutamente tutto da guadagnare e nulla da perdere : in particolare il seppellimento d’ogni settarismo politico-religioso consentirà una larghissima e trasversale convergenza (se non addirittura un adesione totale) oggi ancora molto al di là da venire.
0.1.3.1.4.4. Quel giorno si verificherà la straordinaria profezia di Keynes[22] : "Vedo quindi uomini liberi tornare ad alcuni dei principi più veri ed autentici della religione e della virtù tradizionale :
0.1.3.1.4.4.1. vedo vizio l’avarizia, colpa l’esazione dell’usura, spregevole l’amore per il denaro; e vedo che chi non si preoccupa del domani davvero procede sul sentiero della virtù e della profonda saggezza.
0.1.3.1.4.4.2. Rivaluteremo i fini sui mezzi, preferendo l’essere all’avere e rendendo onore a chi saprà insegnarci a virtuosamente cogliere l’ora e il giorno[23],
0.1.3.1.4.4.3. nonché a quegli esseri meravigliosi, capaci di trarre un piacere diretto dall’armonia del creato, dai gigli del campo che non seminano e non filano[24].
0.1.3.1.4.4.4. Ma attenzione! Il momento non è ancora giunto e per almeno altri cento anni dovremo fingere, con noi stessi e con tutti gli altri, che questo giusto è sbagliato e che lo sbagliato sia giusto, perché è maledettamente utile, mentre il primo non lo è [25]!
0.1.3.1.4.4.5. Così avarizia, usura, prudenza devono essere il nostro dio ancora per qualche tempo[26], perché attualmente solo queste guide possono, dal cunicolo del bisogno economico, trarci alla luce del giorno."
0.1.3.1.4.5. Parole divine e per cui il gesellismo si presenta come nucleo di sedimentazione, attorno a cui raccogliere la convergenza dapprima di parecchi, poi di molti ed infine, sperabilmente, di tutti!
0.1.3.1.4.5.1. Perchè la gestione economica, avveduta e rispettosa, virtuosa, solo di un quantitativo ridotto di persone non può bastare a ridurre i tempi tecnici della nuova Buona Novella……. occorre pervenire rapidamente ai grandi numeri, alla partecipazione generale;
0.1.3.1.4.5.2. prima di tutto perché, in ogni famiglia, è inutile che ci sia chi sbuffa ma sia produce che risparmia se poi c’è qualcuno che non lavora ed anzi sperpera per due, finendo col far passare la voglia anche all’altro;
0.1.3.1.4.5.3. non dobbiamo poi dimenticare che solo le risorse naturali possono esser risparmiate, ma non le energie umane, naturalmente inconservabili,
0.1.3.1.4.5.4. e che tanto più presto possano essere utilizzate virtuosamente in tutto il pianeta, tanto più benessere potranno poi donarci già nel presente, oltre – attraverso la capitalizzazione dei risparmi – anche nel futuro.
0.1.3.1.5. Conservatori e Nazionalisti risentivano pesantemente del condizionamento della lobby degli Agrari [27](che invece, ora in Italia, non conta più niente) ed erano indiscutibilmente molto più bellicosi e guerrafondai di F.I. e A.N.,
0.1.3.1.5.1. ma grosso modo simili (anche se la destra sociale di A.N., cioè le figure politiche di Storace, Alemanno ecc.ra, son già un po’più idealisti e vicini ai Cristiano-sociali di cui sopra.)
0.1.3.1.6. Poiché comunemente i socialisti antistatalisti son chiamati anarchici (ed anche a me è generalmente affibbiata tale etichetta); poiché inoltre quelli tedeschi tuttora rivendicano Gesell come proprio ideologo (mentre tutti gli altri partiti lo ostracizzano),
0.1.3.1.6.1. G. avrebbe potuto considerarsi anarchico : eppure egli ne prese le distanze, fondando dapprima i ‘fisiocratici’e successivamente il movimento della 'Libera economia',
0.1.3.1.6.2. che hanno ugualmente sempre fatto parte per se stessi, prima di finir perseguitati e sciolti dai nazisti; (ma anche, quando, dopo la guerra, si presentarono con proprie liste autonome, i risultati furono estremamente deludenti.)
0.1.3.1.6.3. Vi sono effettivamente alcuni buoni motivi per considerarci anarchici, e prima di tutto l’estrema ed aspra difesa, che facciamo, dei diritti naturali (o, se preferite, fisici) – in cui ormai tuttora insistono solo radicali ed appunto gli anarchici;
0.1.3.1.6.4. io ho anzi sempre sostenuto che i socialisti, in realtà avrebbero, dei diritti naturali, una visione centrifuga (cioè che manda in periferia), lasciando e riconoscendo al cittadino solo quelli che l’Abominevole abbia deciso di benevolmente concedergli;
0.1.3.1.6.5. mentre gli anarchici l’hanno centripeta (cioè che manda al centro), lasciando e riconoscendo all’Abominevole solo quelle facoltà che il cittadino ha deciso di benevolmente concedergli!
0.1.3.1.6.6. Ad esempio, nessun anarchico andrà a combattere una guerra – come hanno fatto e son ancora pronti a fare i socialisti - solo perché l’Abominevole (cioè una maggioranza) l’ha dichiarata,
0.1.3.1.6.7. ma lo farà sicuramente, si offrirà addirittura volontario se pensa – anche da solo, cioè in nettissima e schiacciante minoranza - di doverlo fare, a tutela dei propri ed altrui diritti.
0.1.3.1.6.8. (E questa visione, diametralmente opposta, renderebbe definitivamente conto della scissione del 1892, che sotto tanti altri aspetti sembra tuttora incomprensibile.)
0.1.3.1.6.9. Come gli anarchici (ma, in questo caso anche coi liberali e socialisti) siamo contro qualunque privilegio, fatto valere attraverso il censo, la nascita e la cittadinanza, sostenendo invece a spada tratta la competizione ed il darwinismo,
0.1.3.1.6.10. nella ragionevolissima supposizione che sarà ben difficile poter vincere, meritatamente e per doti personali, finchè ci siano concorrenti che partono a cavalcioni del traguardo!
0.1.3.1.7. Particolarmente a cuore (e questo solo a noi gesellisti) ci sta la sostenibilissima ipotesi dell’evoluzione ulteriore, in ciò molto vicini a Nietzsche che anche G. studiava ed amava;
0.1.3.1.7.1. di conseguenza il nostro comportamento nei riguardi del Lumpenproletariat[28] è ambivalente : da una parte intendiamo sì proteggerlo, tutelarlo, istruirlo, in ogni modo e maniera, affinché possa accelerare ed auspicabilmente raggiungerci, compiere insomma il suo percorso esistenziale,
0.1.3.1.7.2. ma dall’altra guardiamo questi ritardatari con comprensibile fastidio e ben lungi da quell’apprezzamento, compiacimento e quasi esaltazione della mediocrità e del cialtronismo, che, ad esempio, caratterizzava Pasolini (però certo non solo lui) e anche tanti altri amanti dell’orrido e dello strisciare[29].
0.1.3.1.7.3. Noi non ci fermeremo certo ad attenderlo, ne inviteremo nessun altro a farlo! Perché, anche se i punti, sia d’arrivo che di partenza, sono comuni -e quindi ci hanno uniti e, alla lunga, ci riuniranno –
0.1.3.1.7.4. poi è propio il darwinismo ad imporre un’avanzata individuale (od al massimo élitaria), e chi abbia gli stivali delle sette leghe farà benissimo a correre avanti!
0.1.3.1.7.5. Sottosviluppati di tutto il mondo! : siate sicuri della nostra solidarietà, protezione, aiuto ed ammaestramento; diamo atto della Vostra buona volontà, che avete, anche Voi, percorso un certo cammino, dal verme all’uomo,
0.1.3.1.7.6. ma tuttavia, in Voi, c’è ancora veramente troppo del verme, …….quindi svegliateVi, mettetecela tutta, dateVi una smossa, forzate il passo, carica, VORWÄRTS [30]: la Vostra evoluzione deve avvenire essenzialmente a Vostra cura e spese,
0.1.3.1.7.7. perché essa possiede innati l’egocentrismo nonché quell’autoconsiderazione, tipicamente femminile, di doversi concedere solo come premio per l’eletto : così anch’essa è femmina,
0.1.3.1.7.8. e proprio per questo vuol esser desiderata, bramata, circuita, inseguita, acciuffata, conquistata, predata, violata, forse anche pagata e comprata, insomma tutto certamente fuorchè donata!
0.1.3.1.8. Siamo dichiaratamente pacifisti e non violenti[31]; in materia di mammismo e di religione rifiutiamo perfino l’idea di compilare una classifica di priorità, affinchè ognuno possa trovar bella, buona e/ o migliore la sua, perché sicuramente ognuno deve poterlo fare.
0.1.3.1.8.1. Personalmente poi io neanche sono cattolico-paolista, ma semplicemente cristiano (forse luterano, ma con tutti i ‘distinguo’del libero pensiero); sono sicurissimo che Gesell la pensasse esattamente allo stesso modo.
0.1.3.1.8.2. Siamo filoebraici (ma ritengo che neanche G. sarebbe stato filoisraeliano[32]) ed insieme filoarabi, in quanto antirazzisti, antinazionalisti[33] ed internazionalisti convinti.
0.1.3.1.9. Avvalendosi delle sue numerose affermazioni tutelanti aspramente l’individuo ed i suoi diritti, alcuni tedeschi – ma tutti marxisti militanti e quindi enormemente interessati a screditarlo - hanno cercato d’accreditare una presunta simpatia di G. per il nazismo;
0.1.3.1.9.1. a conferma si cita fraudolentemente l’effettiva circostanza che il quinto figlio di G. ricevette come secondo nome Führer; tutte puttanate non appena si consideri il fatto che quel battesimo avvenne nel 1915, quando cioè Hitler era ancora solo un anonimo volontario,
0.1.3.1.9.2. anche se già divenuto caporale in quanto unico fortunato sopravvissuto di un plotone di 60 soldati mandato all’assalto; neanche gli si poteva prevedere quell’avvenire di potere – che poi ha effettivamente avuto -
0.1.3.1.9.3. dato che il Comando di Battaglione, pur avendogli assegnato una Croce di Ferro[34], gli rifiutò la promozione a sergente con la seguente motivazione : "Non ha doti di comando.......uomo coraggioso ma, per il carattere bizzarro incapace di farsi ubbidire!" (......roba da mongolino d’oro, primo premio dell’umorismo, nonchè premio igNobel!)
0.1.3.1.9.4. A quei tempi, per i Tedeschi, Führer equivaleva solo al nostro guida, Guido; e poi, quando mai il nazismo ha difeso l’individuo se, al contrario, pretendeva di spersonalizzare ed irregimentare tutti?!
0.1.3.1.9.5. G., morto nel 1930, non poteva esser più perseguitato fisicamente dai nazisti al potere, ma lo fu moralmente, nelle sue idee : NWO non fu certo da meno del Capitale e del Manifesto nel costituire uno dei combustibili prediletti dei roghi di libbri, che incupirono praticamente tutte le città tedesche, finendo per diventare terribilmente raro.
0.1.3.1.9.6. Invece perseguitati anche fisicamente furono tutti i superstiti collaboratori di G. (molto spesso anche ebrei) ed i suoi sostenitori : se tutto ciò debba esser considerato come risultato di predilezione o anche solo di simpatia, decidetelo Voi!
0.1.3.1.10. In conclusione, come definire G.? Bisogna semplicemente prendere atto che, come non si può mettere vino nuovo in otri vecchi, neanche si può riuscire a perfettamente inquadrare, con nomi decrepiti ed obsoleti, figure nuove e complesse [35]:
0.1.3.1.10.1. chi ci considera ultrasinistri – peggio di Bertinotti! – sbaglia perché siamo antistatalisti[36], federalisti ed individualisti : se mai, per tale ragione dovremmo esser considerati l’ala destra della Sinistra ed il suo anello di congiunzione col Centro, soprattutto con quello Cristiano-sociale;
0.1.3.1.10.2. ma poiché rispetto a tutti i partiti esistenti c’è sempre qualcosa che ci divide, anche in considerazione che – se in tedesco ‘compagno/i’= ‘Genosse[37]/n’, ‘Gesell’è tuttavia l’equivalente dell’italico e simpatico ‘socio’- io proporrei di semplicemente inventariarlo come il primo dei gesellisti; ed ovviamente mi propongo per secondo.
[1] Acronimo dell’inglese ‘Frequently Asked Questions’= ‘Domande formulate frequentemente’.
[2] (1688-1744), amico di Swift e di Gay (questo più noto per essere il soggettista dell’Opera da tre soldi di Brecht-Weill, di cui abbiamo già parlato e che è un rifacimento, in tedesco, di una sua satira), traduttore in inglese dell’Iliade e coordinatore della traduzione dell’Odissea, intellettuale ed autore di Saggi morali; ‘whig’è un nomignolo per ‘liberale progressista’, ‘tories’dei ‘conservatori’.
[3] A Milano, sulla tomba del compagno Pinelli, una mano pietosa ha riportato la stessa lapide, che in Spoon River Anthology troviamo attribuita a Carl Hamblin, giornalista ed editore; (avendola subito riconosciuta, non la ricopiai e quindi ora vi ripropongo la mia traduzione, in prosa, dell’originale inglese) : "Lo stesso giorno che gli anarchici furono impiccati a Chicago, a Spoon River, per la pubblicazione, sul mio ‘Clarion’, di questa mia visione, mi venne distrutta la rotativa, ed io fui incatramato ed impiumato...............Vidi una donna bellissima, ritta sui gradini di un tempio marmoreo e con gli occhi bendati; una gran folla le passava davanti, levando verso lei il volto implorante, perchè ella, nella sinistra, impugnava una spada con cui, a caso, mentre essi cercavano d’arretrare, colpiva ora un bimbo, ora un operaio, ora una donna, ora un folle. Nella destra teneva invece una bilancia, nei cui piatti gli scampati, ai colpi della sua spada, dovevan gettare monete d’oro, mentre un corvo nero gracchiava : "Essa non guarda in faccia a nessuno!" Ma poi un giovane, dal rosso berretto frigio, osò saltarle a fianco e strapparle la benda; ed ecco : ciglia tutte corrose su palpebre marce; pupille bruciate in sospensione di muco latteo, insomma sul volto portava scritta tutta la follia di un’anima morente. E LA GENTE FINALMENTE CAPI’PER QUAL RAGIONE ERA STATA BENDATA!” Al Mosè di Voltaire che sostiene : "....Compito d’un uomo di potere non è dire la verità, ma essere un buon politico che pertanto sappia rifuggire da qualunque Virtù scomoda..........Chi sogna di poter guidare un parco buoi di sciocchi senza una buona dose di furfanteria è anch’egli uno sciocco!”.........Locke replica "Se i governanti fossero capaci ed onesti forse la follia dei loro popoli svanirebbe.” e Diogene . "Finchè dureranno questi sistemi, il mondo continuerà ad essere governato da Inganno, Ingiustizia ed Impostura!"
[4] Gli stessi socialisti ammettono, ridendo, che dove vi siano cinque socialisti vi sono, come minimo, almeno nove concezioni dello Stato; ed a chi gli chiede giustificazione di quella cifra ‘9’ribattono “Perché tra noi vi è sempre un 20% così limitato, retrogrado, ed impreparato da non averne una di riserva!”
[5] latino proverbiale = così passa la gloria del mondo!
[6] E’stato recentemente aperto un sito Internet appunto chiamato ‘Rivoluzione Liberale’ed in cui si evita scrupolosamente finanche di nominare Piero GOBETTI, che pure aveva coniato quella sigla per l’omonima rivista e movimento e tuttora punto di riferimento dei benpensanti, nonché altra vittima fascista, essendo, ancorchè giovanissimo, morto esule in Francia, per le ferite riportate in un altro attentato squadristico! " Quanto tuttora attuale il suo pensiero, e come non condividere osservazioni come “Né Mussolini né Vittorio Emanuele hanno virtù da padroni, ma son gli Italiani ad aver l’animo di schiavi!….”…”Bisogna convincersi che non erano e non potevano essere - come non sono - liberali i nazionalisti e i siderurgici, interessati al parassitismo dei padroni, né i riformisti che combattono per il parassitismo dei servi, né gli agricoltori latifondisti che vogliono il dazio sui grani per speculare su una cultura estensiva di rapina, né quei socialisti pronti a sacrificare la libertà di opporsi alle classi dominanti per un modesto sussidio dato alle loro cooperative!"
[7] sacra perché quel ‘a ciascuno secondo i suoi bisogni’, purchè limitato ai bisogni primari e di sopravvivenza, realmente esprime l’inconscio collettivo generale, le nostre aspirazioni su quello che, in una Società giusta e corretta, dovrebbe avvenire; bestemmia perché il da ciascuno secondo le sue capacità parte dalla visione, ottimistica ed irreale, di un’umanità idiliaca, pannurghianamente la migliore di tutte le umanità possibili, rimuovendo completamente il dato di fatto che la maggioranza è abulica, oziosa, svogliata ed egoista. Per un sistema economico, l’applicazione della sacra bestemmia (realizzata – o quantomeno incominciata - dal famigerato art. 18)- equivarrebbe a quello che una glaciazione è per il sistema biologico : ne è prova lampante il deplorevole risultato ottenuto dalla non licenziabilità della burocrazia, che ha comportato la contrazione, della sua capacità produttiva, notevolmente al di sotto – non dico di una resa di punta (il che sarebbe normale) – ma addirittura di quella di un régime feriale, di convalescenza o vacanze, cioè regolato dalla logica ‘quando me ne ricordo e mi andrà di farlo, lo farò’, appiattendo completamente qualunque stimolo produttivo e generando una situazione di stasi e di letargo progressivo : infatti la dipendenza (autorizzazioni, licenze, permessi ecc.ra), dall’Abominevole e da quella sua associazione a delinquere, interviene pesantemente e con conseguenze autoisterizzanti e drammatiche su tutta l’economia. "
[8] Turati : “Come sarebbe bello il Socialismo senza certi socialisti!”
[9] La scuola di Manchester, tuttavia - essendosi affidata, per la diffusione delle sue idee, non tanto ad uno o più autori di riferimento (e conseguentemente alle loro opere) quanto a manifesti e manifestini (le cosiddette ‘grida’) eterogenei - è tutt’altro che perfettamente ed univocamente delineata : è quindi G. a tentarne – per primo e così mirabilmente - un riassunto ai commi 0.2.i., generando la più legittima suspicione se quelle conclusioni siano realmente manchesteriane o non, piuttosto, geselliane.
[10] Attualmente Fausto, a nostro giudizio erroneamente, nega la proprietà privata in generale; ma ne ho troppa stima per non pensare che, dopo lettura e meditazione di queste pagine, non tarderà a convertirsi : la sua attuale è solo una posizione transitoria e da ancora non ultimata evoluzione.
[11] Mazzini – che partecipava alla prima Internazionale in rappresentanza del socialismo italiano – assolutamente non meritava l’irriguardoso giudizio di Marx : “Mazzini lecca il culo ai liberali borghesi!”; Doveri dell’uomo : “Ma se invece di correggerne i vizi (*) e modificare lentamente le forme di costituzione della proprietà, voi voleste abolirla, sopprimereste una sorgente di ricchezza, di emulazione, d’attività, somigliando al selvaggio che per raccogliere il frutto abbatte l’albero……….non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi, quanto aprire la via perché in molti possano acquistarla.”; in quanto a Leone XIII, Rerum novarum : “Quando gli uomini sanno di lavorare in proprio, lo fanno con più alacrità ed ardore, affezionandosi al campo, coltivato di propria mano, da cui si aspettano non solo gli alimenti per sé e famiglia, ma anche un minimo di agiatezza. E’così facile capire perché questa alacrità torni utilissima all’accrescimento della produzione sia del suolo che della ricchezza della nazione……………ma tali vantaggi scaturiranno solo a condizione che il prodotto del lavoro non venga oppresso da imposte eccessive. Il diritto alla proprietà di quanto prodotto col proprio lavoro (N.d.t. : letteralmente ‘privata’ma, nel contesto, è evidentemente una svista) deriva non da una legge umana, ma da quella naturale che lo Stato non può annientare, ma semplicemente compenetrarne l’esercizio con il bene comune : è ingiustizia ed inumaninità, con la scusa delle imposte, esigere dai produttori eccessivamente.” La nostra posizione di proprietà privata ni ha sempre scontentato sia i capitalisti che i socialisti, nonchè è stata accusata d’incoerenza, col suo non essere né completamente carne né completamente pesce, perché lo stesso istituto non potrebbe contemporaneamente essere lecito e non lecito (mentre ne vedremo la sua straordinaraia coerenza alla sezione successiva); è inoltre diventata ancor più difficile da sostenere dopo che è stato un italiano Abominevole di centro sinistra, lanciando le cartolarizzazioni, a dare l’impressione di voler liquidare anche gli ultimi residui di proprietà privata comune : però questa non è assolutamente stata né un’esigenza etica e tantomeno teorica, ma solamente una drammatica per evitare la bancarotta! Quante volte mi son sentito dire : “Sei semplicemente penoso e fossilizzato su posizioni che ormai nemmeno Marx più sosterrebbe!!”
[12] Sia chiaro che, finchè la somma di saggio d’interesse e svalutazione eguaglia od addirittura supera la redditività immobiliare (come è avvenuto, praticamente in tutti i paesi, per quasi tutto il xx° secolo), la pretesa di conservare la proprietà dell’immobile ci appare giustificata, in attesa di tempi in cui lo si riesca ad mmortizzare. Ma, almeno nella vecchia Europa, a generare profitti di capitale, troviamo molti immobili addirittura medioevali, provenienti cioè da epoche in cui non c’era svalutazione e la rendita immobiliare superava talmente il saggio d’interesse da consentire l’ammortamento, che deve esser consentito, in regime di divisione del lavoro, per la semplicissima ragione che altrimenti cesserebbe lo stimolo a produrlo e ciò nuocerebbe al processo di capitalizzazione, indispensabile che pertanto non va penalizzato ma semmai incoraggiato. Ma facciamo il caso in cui, in un utopico paese, privo di saggio d’interesse e di svalutazione, un inquilino abbia pagato, per 33,3 anni un affitto pari al 3% annuo del valore dell’immobile; a questo punto il produttore-proprietario ha integralmente riavuto il suo (cuique suum (*)) e l’innato senso di giustizia, presente in ognuno di noi, fà considerare una truffa, un furto, qualunque sua ulteriore pretesa : quell’inquilino non dovrebbe pagare più affitti a nessuno, vita natural durante, avendo eticamente comprato la propria abitazione. Tuttavia questo è un caso molto raro, perché, più frequentemente, l’ammortamento avviene a spese magari anche di dieci inquilini diversi e quindi nessuno di essi avrebbe singolarmente titolo per reclamarne la proprietà, mentre sicuramente ce l’ha la loro società, più in generale la nostra Società, cioè l’entità che rappresenta noi tutti. Questa è la ragione – razionale e legale - della nostra pretesa di comunizzazione di qualunque annesso e connesso al suolo, non appena ammortizzato : se ne faccia onestamente il piano d’ammortamento, riconoscendo in favore del suo approntatore – a cui non si vuole assolutamente apportare danno perché anzi gli si deve sempre esser riconoscenti del suo spirito d’iniziativa - l’eventuale sopravvissuto saggio d’interesse, completamente ogni e qualsiasi svalutazione e, previo accertamento della congruità, qualunque spesa d’ammodernamento e manutenzione; ma, non appena le abbia recuperate, lo si privi dell’immobile, semplicemente perché ha riavuto il suo. In questo modo viene anche a decadere l’altro e terribile pericolo, per la comprensione del quale si rinvia ai commi ________, in quanto – mentre oggi gli utenti immobiliari (praticamente tutti) dobbiamo pagare a terzi i profitti di capitale, più le tasse all’Abominevole, onde avere l’attuale equazione (bilancio dell’Abominevole meno suo disavanzo meno tasse =0) – nel nostro futuro quell’equazione diventerà (bilancio dell’Abominevole meno rendita immobili ammortizzati meno disavanzo meno tasse =0) e quindi la rendita immobiliare potrebbe intervenire ad azzerare disavanzo e tasse, con benefici effetti sulla (e non più aggravamenti della) qualità della vita. Questi problemi invece non sussistono (o sono almeno scarsamente significativi) negli altri casi di proprietà, in cui il tempo d’ammortamento legale viene grossomodo a coincidere con la vita del prodotto; prendiamo il caso di una automobile (5 anni) o di un macchinario industriale (10 anni) : oggi è veramente ben raro che non vengano sostituiti prima! Queste sono le motivazioni legali a poderoso sostegno della nostra tesi.
[13] Mi capita sempre più spesso d’associare i demoncristiani ai diavoli, ma devo diventare più prudente, altrimenti prima o poi i diavoli finiranno per querelarmi! Per quanto invece riguarda il rapporto tra Cristo e Cattolicesimo, nota giustamente Pound : “Gesù è un personaggio eroico……e tutt’altro che da biasimare, malgrado la religione che gli si attribuisce!” E rincara la dose B. Franklin : "How many observe Christ's Birthday; How few his Precepts! (Gli stessi che osservano bigottamente il natale di Cristo, poi ne disconoscono i precetti!)"
[14] in nomen omen (*) ma com’è che nessuno rimarca la probabile etimologia di Göthe (GOETHE ) nel greco ‘goèteia’= ‘incantesimo’? (*) latino proverbiale = nel nome il destino.
[15] Il seguente giudizio, del saggissimo e stoico Seneca (ancorchè in ogni epoca talmente considerato filocristiano che Dante non lo ha dannato, mettendolo nel Limbo (Inferno.4) con altri saggi dell’antichità) esprime compiutamente tutto lo sgomento e contrarietà, dei suoi contemporanei, a fronte dell’affermarsi del Cristianesimo primitivo, che egli – come del resto la maggior parte dei Romani – confonde con l’Ebraismo (sta infatti parlando di ‘Ebrei’); sorprende invece il negativissimo giudizio (che sembrerebbe sconfessare quello, comprensivo, di Dante) della frase in corsivo; è tuttavia possibile che ci si trovi di fronte ad un inciso medioevale, del solito emanuense clericale, antisemita come la maggior parte dei supercattolici, e così sciocco da non capire che con quell’‘Ebrei’Seneca stava alludendo ai ‘Cristiani’e quindi dei suoi correligionari : gli esempi di simili incisi falsanti e di comodo, sono purtroppo numerosi anche se di quello - contestato dai soliti studiosi tedeschi – e che veniva considerato il più famoso, (la cosiddetta ‘Prova di Cristo’di Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche,18.63-64) è stata, solo di recente (2005) parzialmente riconosciuta l’autenticità (ma anche convalidata la falsità), a mezzo del ritrovamento, di una traduzione araba medioevale dello stesso testo e che effettivamente menziona Cristo, ma non tutte le altre considerazioni edificanti su di lui "………Le consuetudini (N.d.t. : religiose degli Ebrei) di questa popolazione, che è la più criminale, hanno raggiunto una tale forza che vengono ora diffuse in ogni paese : I VINTI STANNO DETTANDO LEGGE AI VINCITORI.” M.L.King aveva detto “La rivolta, in fondo, è la riproposizione di un discorso inascoltato!”
[16]Zosimo, Historia Nova, 2.29.3-4 attribuisce in realtà la conversione-apostasia di Costantino il Grande al fatto che, per i suoi numerosi ed orrendi delitti (tra gli altri aveva fatto eliminare tutti i parenti prossimi), tutte le altre confessioni gli pretendevano gravose e costose espiazioni, mentre un Vescovo egiziano [in realtà si trattava di Eusebio di Nicomedia, l’attuale turca Izmit (non Izmir che era Smirne), vescovo eretico (seguace di Ario) che lo battezzò, in articulo mortis nel 337] si sarebbe accontentato della di lui sola professione di fede. “E fu così – conclude Zosimo – che Costantino abbracciò la nuova empietà!” Il tanto ingiustamente criticato Giuliano l’Apostata – in realtà l’ultimo grande imperatore romano - in ‘Caesares’intinge la penna nel vetriolo per così commentare sarcasticamente questa notizia : “Qualunque colpevole di stupri, omicidi, sacrilegi ed altri crimini innominabili, si spruzzi addosso qualche goccia d’acqua santa, e tornerà puro ed immacolato; e se mai ricadesse negli stessi peccati, tornerà di nuovo puro e santo anche solo battendosi il petto ed il capo!” In realtà nessun’altra religione è mai stata, coi peccatori, altrettanto liberale, né mai si è spinta perfino a quella vendita delle indulgenze che dette l’avvio al Protestantesimo.
[17] In effetti, come si può vedere in una qualunque pianta dell’antica Gerusalemme, il Tempio era letteralmente sovrastato dalla Torre Antonia, in linea d’aria confinante, in percorso pedonale distante qualche centinaio di metri per l’imprescindibile necessità di raggiungerne gli ingressi (il tempio era circondato da mura). E nella Torre Antonia (che si dice sia stato anche il luogo dell’incontro Jeshua-Pilato) era attestata una coorte romana, non un gran numero di soldati quindi, ma si sa qual razza di terribili combattenti fossero i Romani. Appare pertanto impossibile l’evangelica cacciata dei mercanti dal tempio se prima non fosse stata sopraffatta tale guarnigione romana che, in pochi minuti, si sarebbe sicuramente fiondata sul posto dello scontro, ripristinando l’ordine costituito : a tale episodio rivoluzionario potrebbe alludere il logon 35 del Vangelo di Tommaso, del seguente tenore ‘Gesù disse, "Nessuno può entrare nella casa del forte e prenderla con la forza se prima non gli lega le mani. A quel punto uno può sottrargli la casa."‘Esso inoltre è veramente simile a Matteo, 12.29. Per amor di pace sono comunque anche disponibile ad ammettere che Cristo forse non abbia mai avuto l’intenzione di far politica, purchè Voi almeno lo riconosciate - come si suol dir oggi - impegnato!
[18] Vittorio di Tunnona, vescovo africano del V secolo, ed Eusebio, entrambi nella loro ‘Chronaca’(stampata la prima da Canisius ad Ingolstad e la seconda da G.G. Scaligero) riportano : “Durante il consolato di Messalla e per ordine dell’imperatore Anastasio – poiché erano stati scritti da ignoranti – i santi Vangeli furono corretti ed emendati.”; lo stesso Vittorio di Tunnona afferma che ciò sarebbe stato riportato anche nella, non pervenutaci, Chronaca di S. Isidoro. Non si potranno mai più ricostruire le versioni originali, ma una cosa è certa : in tutti i Vangeli, i Romani fanno sempre la parte dei bravi ragazzi, mentre gli Ebrei quella dei nazisti dell’epoca, così finendo per far diventare i Vangeli uno dei capisaldi dell’antisemitismo………tanto riescono affabili e simpatici il rispettoso centurione, Pilato ecc.ra e perfino i legionari, addetti alla crocefissione, non mostrano mai odio anticristiano, limitandosi ad agire quali esecutori d’ordini e per obbedienza militare; tanto appaiono odiosi e burrattineschi Ebrei, come Hanna, Caifa, Erode, i componenti del Sinedrio, la folla crocifiggente. Eppure nessuno si meraviglia che scritture - affermate ebraiche - siano così gentili con gli invasori e contemporaneamente così critiche con gli Ebrei, soprattutto in considerazione che l’antilatinismo ebraico è, storicamente, pienamente dimostrato (Simone Zelota, Barabba, Tito e la campagna ebraica dell’80, Masada) e tra l’altro alcuni Vangeli – seguendo temporalmente a ruota la campagna ebraica – dovrebbero esser pieni dell’odio del vinto per il vincitore nonché distruttore del Sacro tempio!
[19] allusione alla battaglia di Saxa Rubra, nel quartiere Flaminio di Roma, tra Costantino e Massenzio e vinta dal primo, che avendo visto comparire in cielo una croce con la scritta ‘in hoc signum vinces’= ‘in questo segno vincerai’, avrebbe fatto dipingere una croce sullo scudo di tutti i suoi soldati.
[20] Che presenta un Cristo molto meno fondatore di religione ed invece molto più maestro di vita.
[21] Su questa interconnessione morale-economia-religione è significativo Voltaire che scrive ad Holbach : "Preferisco che il mio amministratore, il mio sarto, i miei domestici e persino mia moglie professino il cristianesimo, perchè in questo modo non sarò derubato e cornificato (od almeno lo sarò di meno!)" ed altrove : "Si Dieu n’existait pas, il faudrait l’inventer!" (“Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo!”)
[22] J. M. Keynes, Esortazioni e profezie, la prima edizione inglese risale al 1930 : aspettate ansiosamente il 2030, Voi che ci potete arrivare!!
[23] Palese riferimento all’oraziano precetto ‘carpe diem!’
[24] Matteo, 6.28
[25] Come anche qui si vede il suo enorme debito con Gesell!!
[26] John Adams (1735-1826) lettera del 1780 alla moglie Abigail Adams : «Devo controvoglia studiare politica e guerra affinchè i miei figli possano avere la libertà di studiare matematica e filosofia.E se, a loro volta essi studieranno anche geografia, storia naturale, costruzione navale, navigazione, commercio e agricoltura, daranno modo, ai loro figli, di studiare solo pittura, poesia, musica, architettura, scultura, e ceramica.»
[27] Palmerston : "La Camera dei Comuni è una rappresentanza di proprietari fondiari. "Citato da Marx, ne ‘Il Capitale, 3.6.37.
[28] = ‘proletariato degli stracci’, ma già da Marx inteso come ‘sottoproletariato’o ‘proletariato disadattato’
[29] si pensi al commissario-ex ladro interpretato da T. Millian ed a praticamente tutte le parti di Cristian De Sica!
[30] tedesco = ‘Avanti!’, la classica esortazione anche militare.
[31] Sia chiaro che esser pacifisti non significa sempre e costantemente calarsi le brache, perché il concetto di libertà include l’intenzione, ed ancor più il dovere, della sua difesa : non si può e non si deve subire la violenza altrui senza reagire; Cristo dice espressamente di esser tolleranti nelle piccole cose e di abbracciare il nemico (ma evidentemente dopo fatta la pace) : perché altrimenti avrebbe detto (Matteo10.34) “Non credetevi che io sia venuto a metter pace sulla terra : anzi non son proprio venuto a metter pace, ma guerra!”?!
[32] vedi l’articolo riportato in calce ai commi 2.0.i.
[33] Einstein : "Il nazionalismo è il morbillo dell’umanità.”
[34] decorazione al valore dell’esercito tedesco, il cui rigore non prevede le italiche patacche d’oro, argento, bronzo, ma solo tre ‘classi’della stessa croce di ferro : quella di Hitler era di prima classe.
[35] Prendiamo il mio caso : negli anni sessanta sono stato espulso dal Partito Liberale (di cui anche i gobettiani dell’Agir, facevano allora parte), ufficialmente per sinistrismo (ufficiosamente perché avevo contestato le elezioni interne in cui le due liste portavano i nomi prestampati delle stesse persone, solo scritte in ordine diverso, e preteso d’inserirci altri nomi, contestando quei baroni.) Ma dai Goliardi Autonomi (P.S.I.-P.C.I.) mi separava l’abisso della disciplina di partito, statalismo, cortina di ferro, fatti d’Ungheria, nonché una innata propensione libertaria verso il popolo americano (anche se non per il suo governo), per cui mi considerarono extraparlamentare-brigatista-nazi-maoista; per gli extraparlamentari ero però inaccettabile in quanto pacifista e non violento, per cui definito Gandhista e Radicale; così mi sono iscritto a quel partito, che ho aiutato abbastanza nell’allestimento della sede di Teleroma 56 (che trasmetteva dal Residence Balduina da me costruito), salvo uscirne nel 1987, non tanto perchè Marco aveva instaurato il culto della personalità, e voleva, anche lui, mantenere tutti sotto cappella, quanto perchè perorava una riforma elettorale di cui invece io vedevo tutta l’infinita negatività. Ho comunque sempre frequentato gli ambienti socialisti, ho avuto tanti amici socialisti, pur criticando aspramente l’andazzo che vi regnava. Sotto certi aspetti stimavo Craxi, comprendendone le ragioni - pur non potendo certo condividerle come invece condividevo l’ammirazione per Moana -; sono stato uno dei grandi elettori della Cicciolina candidata radicale; nella mia vita ho votato PLI, PSI, PCI, DP, Rosa nel pugno, e, una sola volta per uno, DC e AN (ma per dare la preferenza a candidati amici ed onesti, perché per me l’uomo vien sempre prima del partito; come dice Montanelli, chiudendomi il naso, senza tuttavia riuscire ad evitare la nausea (d’altronde non c’era ormai altra forma di contestazione possibile), dopo il governo Amato, succeduto a D’Alema, con tanti altri Compagni ho votato F.I., onde evidenziare che non si può prendere in giro il proprio elettorato. Negli ultimi anni, molto spesso non sono andato a votare, ad eccezione dei casi di referendum, che mi sono sacri. Gli amici mi considerano freelance (*), dicono che io prescindo da definizioni ed inquadramenti possibili; e se volete sapere la mia, praticamente unica, convergenza nazista, fatemi parlare di zingari e di drogati e Vi accorgerete che, su quell’argomento, non la penso sostanzialmente diverso da Hitler e Stalin. Da Cup of tea, di Bagwan Rajneesh, faccio mia la poesia della lettera 54 (mia la traduzione in versi liberi, ed il titolo) : CONSAPEVOLEZZA
Io sono tutt’uno con ogni cosa : / in ciò che è bello, in ciò che è brutto, scava e mi troverai. (**) / Della virtù e del vizio / sono ugualmente compagno : / non solo il Paradiso mi appartiene, / ma anche l’inferno. / Di Buddha, di Gesù o Lao Tzu, / non c’è merito a vantarsi eredi. / Ma chi di Gengis Khan, di Tamerlano od Hitler / oserà dichiararsi discepolo?/ Eppure anch’essi sono in me, / perchè non mezza ma tutta l’umanità io sono. / Tutto ciò che è umano è mio : / i fiori come le spine, / le tenebre come la luce : / e se il nettare è mio, di chi sarà il veleno? / Mi appartengono entrambi. / Religiosa è questa esperienza / poichè solo quest’estasi ed angoscia / evolverà la vita sulla terra.” Meravigliosa concezione!! Ma tornando agli zingari : non sono assolutamente contro chi – contestando totalmente la Società – si ritira nel deserto a campar di vipere, varani e lichemi, rifiutandola cioè sia nel positivo che nel negativo; disprezzo molto invece chi pretende d’ottenerne solo i vantaggi, senza poi partecipare alla sopportazione dei pesi, come appunto fanno gli zingari. Pur in perfetta salute, non li ho mai visti lavorare, ma sempre e soltanto o rubare od elemosinare, o vendere figli e sorelle ai pedofili. A noi, che lavoriamo, ci chiamano ‘Cagi’(= ‘imprigionati, ingabbiati’) ignorando, che – conoscendo parecchie lingue e molto avendo letto d’etimologia – io, magari pensandoci su, ma spesso riesco ad afferrare il senso delle parole d’origine sanscrita (confronta il francese ed inglese ‘cage’= ‘gabbia’), perché loro sono i paraculi, i dritti che non fanno niente, alla faccia nostra che li manteniamo! In più inquinano, sporcano, depredano, saccheggiano. Secondo Hamaz ibn Hassan al Isfalani (Storia dei Re di Persia, scritta circa 950 d.C.) il re Behram-Gor, constatata l’indisponibilità di musici e cantori nel suo regno, per supplire a tale carenza scrisse al suo amico, il re d’India, chiedendogli l’invio di 12.000 Zott (probabile etimo del nostro zotici). Firdusi, nell’anno 1011, riprende tale leggenda, ma chiama Luri (probabile etimo del nostro luridi) gli Zott di Isfalani e ne riduce il numero a 10.000; afferma come a ciascuno di loro il buon re Behram-Gor assegnasse una giovenca, un asino e mille some di frumento perché voleva che traessero il loro sostentamento essenzialmente dall’agricoltura, come 'cultori di campi', potendo così rendere gratuitamente il servizio di canto e musica. Ma i Luri si papparono tutto il frumento che avrebbero dovuto seminare e, poi conclude Firdusi "Vanno errando per le aperte vie, per tutto l’anno a far rapine intenti…." Pertanto i casi sono due : o gli Zingari se ne vanno spontaneamente in Siberia, ad inquinare ghiacciai ed a depredare orsi e foche, ed in tal caso la loro vicinanza sarà un problema non più mio ma di quei bravi animali; oppure, per vivermi accanto e per usufruire della mia solidarietà, cambino forma di vita, s’inseriscano nella Società, diventino stanziali e nostri compagni (e, in tal caso, nessuna preclusione ma solo un cordiale ‘benvenuti!’) : altrimenti (Paolo) chi non lavora neanche mangi, e, più radicalmente, “La pianta che non porta buon frutto si taglia e si getta nel fuoco (Matteo, 7.19)” talchè, se muoiono, io non ci piangerò certo sopra : come dice anche Mao “La morte d’un Compagno è più pesante del monte Tai, ma la morte d’un ostile è più leggera d’una piuma!” Talché, tanti anni fa, ad un dibattito universitario replicante il famoso caso dei due zingari, fatti fucilare a Mosca perché avevano ucciso alcuni cigni nel parco, io richiesi la pubblica accusa, mentre la difesa venne sostenuta da un mio caro amico, studente di legge (ora magistrato ed attualmente pervenuto ad uno dei massimi gradi della Procura) e quindi certo molto più competente di me, onesto e garantista, anche se forse non altrettanto valido oratore; come forse noto – ed a completa differenza della nostrana - la giustizia sovietica processa più la persona dell’imputato che non il delitto, nella saggissima convinzione che, ad esempio, non si può punire ugualmente un galantuomo, che ha scassinato una farmacia per reperire una medicina urgente per un familiare, ed un drogato, che l’abbia fatto per procurarsi denaro o magari droga od una siringa (i giudici italici, per far questo, dovrebbero usufruire delle attenuanti, perchè sono handycappati dagli articoli del C.P.). Nel caso in questione il Tribunale aveva assunte le sue buone informazioni : i due zingari non avevano mai studiato, né lavorato, renitenti alla leva rossa (o, peggio ancora, forse volontari nella guardia bianca), vivevano di furti e di saccheggi e della prostituzione delle sorelle e fidanzate; per di più neanche avevano ucciso i due cigni per mangiarli, ma per sfregio contro il bene comune. I giurati si saranno guardati negli occhi : “Ma che campano a fare questi due? Non è amico dell’agnello chi lustra il pelo alla tigre!….. che facciamo? li fuciliamo?….E fuciliamoli!” …..in quella replica io molto contai sull’emozionalità dei giurati e sul fatto che condividessero le suesposte mie idee che - avendo ottenuto la conferma del verdetto - devo supporre davvero ampiamente condivise!! (*) inglese = ‘lancia libera’; (**) invito il lettore a confrontare questo verso (nonché la stessa concezione esistenziale, poeticamente raffigurata, con il logon 77 del Vangelo di Tommaso, che sicuramente ha ispirato Rajneesh : “Gesù disse, "Io sono la luce che è su tutte le cose. Io sono tutto : da me tutto proviene, e in me tutto si compie. Tagliate un ciocco di legno; io sono lì. Sollevate la pietra, e lì mi troverete."; e con il 22.3 “Gesù disse loro, "Quando farete dei due uno, e quando farete l'interno come l'esterno e l'esterno come l'interno, e il sopra come il sotto, e quando farete di uomo e donna una cosa sola, così che l’uomo non sia un uomo solo e la donna non sia una donna sola, quando avrete occhi al posto degli occhi, mani al posto delle mani, piedi al posto dei piedi, ma facce al posto delle maschere, allora entrerete nel Regno."
[36] G. ha addirittura scritto ‘Der Abbau des Staates’= ‘L’abbattimento (demolizione) dello Stato!!”
[37] L’italiano (ma anche il termine corrispondente francese ed inglese) ‘compagno’viene dal latino ‘cum panis’che condivide con ‘comes’(quest’ultimo proveniente da ‘cum edo’cioè ‘che mangia assieme’) il concetto di condividere il pane e quindi la mensa. Anche il tedesco ‘Genosse’ha etimologia simile (dal verbo ‘geniessen’che significa anche ‘mangiare’); entrambe le lingue usano impropriamente ‘camerata’‘Kamerad’(etimologicamente ‘che dorme nella stessa stanza’) nel senso di ‘commilitone’, mentre hanno anche un termine proprio ‘collaboratore’‘Mitarbeiter’per chi lavora insieme : inspiegabile perché il socialismo, concordemente, abbia spregiato questi ultimi due (perfino Marx, nella famosa chiusa del Manifesto, usa ‘Proletarier’(“Proletarier aller Länder einigt euch und ihr seid frei!”= ‘Proletari di tutti i paesi unitevi e siate liberi!) anche se l’internazionalismo di ‘aller Länder’esclude decisamente ‘Mitarbeiter’(ma non avrebbe escluso ‘Arbeiter’); non mi meraviglierei che, astutamente, abbia voluto coinvolgere anche i burocrati - che, non lavorando quasi mai, non si sarebbero potuti sentir coinvolti da un ‘Arbeiter’- (ciò potrebbe anche spiegare il successivo ricorso comunista al termine per ‘compagno di mensa’!….e che potrebbe anche essere estremamente significativo perché – come dice sarcasticamente un mio buon amico – “la Repubblica Italiana è fondata su una maledizione biblica!’(chiara allusione all’art. 1 della Costituzione che recita : “La R.I. è fondata sul lavoro.” ed a Genesi 3.17, in cui Dio rifila ad Adamo il lavoro per punirli del peccato originale.) Una conferma del genere, spregiativa, mi rattristerebbe e molto preferirei che nella scelta di ‘compagno’abbia avuto un ruolo determinante, la sacralità del pane, espressa da quell’evangelico ‘dacci oggi il nostro pane quotidiano’; ‘Gesell’invece, era originariamente ‘chi vive nello stesso ambiente’e quindi corrispondeva all’italiano ‘coabitante’; ma poi è stato usato anche nel senso dell’italiano ‘socio’, cioè ‘compagno d’affari’, che ha finito per prevalere; Wagner invece, negli spartiti della sua Tetralogia usa spesso la locuzione ‘schlimmer Gesell’= ‘cattivo (malvagio) socio’nel senso dell’italiano ‘famulo, complice’