3.15. Valutazione dell’efficienza di un sistema monetario.

 

SINTESI: argomento unico.

 

3.15.1                       E’risaputo che qualunque Gold-standardista attribuisce totalmente ad esso lo sviluppo economico verificatosi negli ultimi decenni.

3.15.1.1.                 "Guardate questi milioni di ciminiere fumanti ........ esse non sono altro che moderni altari sacrificali, da cui s’innalza al Signore il ringraziamento del popolo per la valuta aurea!"

3.15.1.2.                 Ma non c’è assolutamente niente di strano che qualsiasi valuta possa produrre, di per sè, sviluppo economico o almeno renderlo possibile, dato che il denaro fà da mediatore a quello scambio-merci,

3.15.1.3.                 senza cui non c’è lavoro, nè guadagni, nè traffici, e tantomeno alta congiuntura: anzi, mancando lo scambio delle merci, le fabbriche addirittura chiudono!

3.15.2                       La suddetta asserzione è quindi scontata, lapalissiana[1], l’uovo di Colombo; semmai occorrerebbe domandare ai fabbricanti, armatori ecc.ra se - con gli attuali mezzi tecnici e mano d’opera a disposizione - davvero non potrebbero produrre di più;

3.15.2.1.                 ma, in tal caso, concordemente risponderebbero che l’unico loro reale limite gli è fissato dalle possibilità di vendita, quest’ultima integralmente dipendente dal denaro.

3.15.3                       E neanche ci deve sbalordire la tacita critica - subdolamente implicita nella sperticata apologia del Gold-standard – che il suo predecessore (il bimetallismo) invece avrebbe frenato l’economia:

3.15.3.1.                 se il denaro può favorire lo sviluppo, indubbiamente potrebbe anche frenarlo; molte e svariate potenzialità possono essergli attribuite, tra cui senz’altro la produzione di qualche decennio di rose e fiori, come anche di crollo.[2]

3.15.3.2.                 Tant’è vero che i proprietari terrieri tedeschi molto si lamentarono non tanto per l’introduzione del Gold-standard quanto per la conseguente diminuzione dei prezzi, che li aveva gettati in serissime difficoltà per il pagamento dei loro debiti agrari.

3.15.3.3.                 Allora si corse in loro aiuto col dazio sui cereali e la scusa che - senza questo - troppe aziende agricole sarebbero finite all’asta - esattamente come durante la decadenza dell’Impero Romano –

3.15.3.4.                 nonché con lo spauracchio della ricostituzione di quei latifondi e dell’economia medioevale, che quasi sicuramente ne decretarono il tramonto!

3.15.4                       Comunque non si deve contrastare la formulazione di tutte queste valutazioni sul Gold-standard, quanto invitare a provarle!

3.15.4.1.                 Perché l’affermato sviluppo economico potrebbe anche avere parecchie altre concause:

3.15.4.1.1.             la migliore istruzione, la marea di scoperte tecniche che hanno incrementato la produzione, le donne tedesche che hanno provveduto ad allevare una numerosa e sana classe operaia, ecc.ra;

3.15.4.1.2.             in breve, quando si tratta di dividere allori, al Gold-standard non mancano certo i rivali!

3.15.4.1.3.             Allora mano alle prove! Noi abbiamo assolutamente bisogno di un procedimento per la valutazione della qualità del sistema economico.

3.15.5                       In definitiva - per attribuire alla valuta aurea un rapporto di causa-effetto nell’affermato sviluppo economico - si tratta di stabilire, se essa abbia veramente facilitato lo scambio delle merci:

3.15.5.1.                 ora sia se avesse arrecato maggiore sicurezza e/o velocità, o anche una contrazione dei costi dello scambio-merci, tutto ciò dovrebbe, in definitiva, essersi risolto in una notevole diminuzione del numero degli addetti al commercio.

3.15.5.2.                 Questo è così ovvio da non necessitare di dimostrazioni: se noi miglioriamo le strade attraverso cui scorre la fornitura delle merci, ovviamente aumenterà il rendimento degli autisti, con conseguente diminuzione del loro numero.

3.15.5.3.                 Tant’è vero che con l’introduzione delle navi a vapore il traffico maritimo si è centuplicato, ma costantemente riducendo il numero della gente-di-mare, al cui posto troviamo ora camerieri, cuochi, domestici.

3.15.5.4.                 Anche nel commercio si sarebbe immancabilmente dovuta verificare qualcosa del genere, beninteso qualora, a fronte delle conchiglie-monete, il Gold-standard avesse offerto vantaggi simili a quelli del vapore a fronte dell’argano, o dell’esplosivo a fronte del cuneo.

3.15.6                       In realtà, col Gold-standard possiamo invece verificare una tendenza decisamente contraria:

3.15.6.1.                 "L’occupazione in quest’attività (ovvero il commercio) un tempo ammontava dal 3 al 5% della popolazione, ma è aumentata di un 13-15% (eccezionalmente anche il 31%), che, per essa, comporta un aggravamento dei costi, e, in definitiva, un aumento dei prezzi.........", dice Schmoller (vedi 'La settimana, pag. 167, sul tema 'Commercio nel 19° Secolo').

3.15.6.2.                 E quel cattedratico diceva il vero: il commercio non si è quindi semplificato, ma anzi notevolmente appesantito; e - per mandare avanti il commercio e malgrado la migliore preparazione ed attrezzatura - con il Gold-standard si necessita non di meno personale, ma di più.

3.15.6.3.                 Per l’occupazione nel commercio, dalle statistiche professionali tedesche, si hanno i seguenti dati:

 

D E S C R I Z I O N E

1882

1895

1907

Numero delle imprese nr.

7.340.789

10.269.269

14.348.016

Numero dei loro dipendenti nr.

838.392

1.332.993

2.063.634

Nr. dei dipendenti ogni cento impresari nr.

11,42

13,50

14,50

Numero degli abitanti nr.

45.719.000

52.001.000

62.013.000

Impresari ogni cento abitanti nr.

16

20

23

Commercianti ogni cento abitanti nr.

1,83

2,56

3,32

Rapporto tra commercianti ed impresari %

11,44%

12,80%

14,43%

 

3.15.6.3.1.             Pertanto, nel periodo osservato, la variazione della percentuale fra imprenditori (industria+commercio+agricoltura ) ed abitanti è passata dal 16 % al 23%, con un aumento del 43 %, a fronte di un aumento del numero degli addetti al commercio passati da 1.83% a 3.32%, quindi con un aumento dell’81%.

3.15.7                       Queste cifre provano ampiamente, che a seguito dell’introduzione del Gold-standard, il suo dominio complicò talmente le cose che i commercianti dovettero aumentare gli inservienti dall’11,40% a 14,50%; conseguentemente che esso ha ostacolato il commercio.

3.15.7.1.                 Certo si obbietterà che, negli ultimi decenni e soprattutto nelle campagne, molti produttori hanno abbandonato l’economia primitiva per passare alla divisione del lavoro,

3.15.7.2.                 producendo sempre meno per le proprie necessità e sempre più per il mercato, rendendo necessari un maggior numero d’addetti al commercio.

3.15.7.3.                 Così, ad esempio, oggi sono usati assai meno arcolai, ed i piccoli artigiani di paese, che in precedenza si mantenevano essenzialmente con la mini-agricoltura ed il baratto, sono stati assorbiti dalle fabbriche.

3.15.7.4.                 Inoltre, grazie ai migliorati strumenti di lavoro, gli operai producono più merce di una volta (sia per bontà che per quantità), tanto che, affluendo sul mercato un’assai maggiore quantità di merci, il commercio necessiterebbe di più addetti:

3.15.7.4.1.             se ne sia necessario uno per smerciare la mussola di dieci tessitori, quando costoro, col miglioramento dei loro telai, ne producono il doppio, raddoppierà anche il numero degli addetti al commercio necessari.

3.15.7.5.                 L’obiezione sembrerebbe quindi fondata; ma, d’altra parte, io non posso fare a meno di rilevare, come, con alcune nuove innovazioni tecnologiche, l’attività commerciale sia stata anche enormemente semplificata:

3.15.7.5.1.             si pensi alla divisione decimale del marco (mentre precedentemente al Gold-standard si seguiva la suddivisione monetaria inglese), ed all’introduzione del sistema metrico, decimale, omogeneamente per pesi e misure,

3.15.7.5.2.             ai miglioramenti sia della formazione professionale - conseguiti attraverso gli istituti tecnici - sia della legislazione commerciale, alla nuova assistenza consolare, agli straordinari vantaggi offerti al commercio dal servizio postale (in tutto l’impero tedesco affrancatura di 10 Pf. per titoli, ordini postali, pagamenti contrassegno, cartoline postali, pacchi postali, vaglia postali ),

3.15.7.5.3.             fino ai miglioramenti di telecomunicazione tipo il telegrafo ed il telefono oltre, ancora alle macchine da scrivere, le calcolatrici, la stenografia, gli apparecchi di duplicazione, i ciclostile,

3.15.7.5.4.             le biciclette per i messaggeri, lo sviluppo della pubblicità, gli inumerevoli servizi bancari tra cui il bonifico e gli assegni, le cooperative ed i circoli di consumo, in breve gli innumerevoli miglioramenti apportati nella tecnica commerciale negli ultimi trent’anni.

3.15.7.5.5.             E da ultimo la maggiore formazione professionale del commerciante che oltre a tornargli ben utile nel lavoro, ha anche indubbiamente potenziate le sue capacità nei riguardi di un buono scambio delle merci.

3.15.7.5.6.             (Altrimenti, considerando inutile questa formazione professionale, ben sciocco sarebbe il commerciante a pagare un collaboratore istruito più di uno incolto: se è meglio remunerato, significa anche che rende di più.)

3.15.8                       Poichè è ragionevole supporre che le due succitate variazioni, l’una positiva e l’altra negativa, siano dello stesso ordine di grandezza - alla fin fine potremmo ritenere il dato risultante, cioè il passaggio dal 11,40 al 14,50 %, integralmente come prova delle complicazioni, introdotte, nel commercio, dal Gold-standard.

3.15.8.1.                 Inoltre le succitate cifre forniscono il raffronto tra gli addetti al commercio, prima e dopo il Gold-standard, mentre per noi sarebbe assai più significativo quello sull’utile netto, che - almeno a giudicare dall’apparenza - potrebbe non essere, altrettanto generalmente, salito.

3.15.8.2.                 Infatti, dal numero non si può risalire al reddito netto dei commercianti che, generalmente ed in media, lo hanno più elevato degli altri lavoratori.

3.15.9                       Volendo conoscere quali conseguenze siano indotte sul commercio da una riforma valutaria, si dovrebbe allora poter preliminarmente determinare statisticamente il valore aggiunto dal commercio, cioè la differenza tra il prezzo di fabbrica e quello al minuto della merce.

3.15.9.1.                 Allora sarebbe veramente possibile calcolare quanto il commercio costi al paese e se l’attuale sistema valutario dia buoni risultati.

3.15.9.2.                 Probabilmente salterebbe fuori che oggi il commercio, come del resto vien frequentemente affermato, si appropria di oltre un terzo del valore di vendita, che quindi di 1000 unità monetarie consegnategli, oltre 333 son trattenute dai commercianti.



[1] N.d.t.: Jacques CHABANNES de LA PALISSE era un condottiero francese assai amato dai suoi soldati; così, quando venne ucciso in battaglia, essi ne celebrarono le gesta con un’ode commemmorativa, in cui - tra gli altri sperticati ricordi e lodi - vi era pure l’affermazione che nella battaglia, un quarto d’ora prima di morire era ancora in vita! Certo si trattava di una necessità di rima, col senso che poco prima di morire stava valorosamente combattendo: ma così l’ode, invece di commuovere, fece sganasciare dalle risa, consegnando ugualmente il suo nome alla storia, ma in modo forse a lui non troppo gradito!

[2] confronta anche la conferenza "oro e pace?" (commi 3.17.i.)