4.7.8. Un cooperatore.
SINTESI: argomento unico.
4.7.8.1. A seguito dell’introduzione dell’iceeuro, il pubblico apprezzamento per i nostri servigi è sorprendentemente diminuito, e quasi ogni giorno viene annunciato lo scioglimento di qualche altra cooperativa.
4.7.8.1.1 Tutto ciò, che gli altri considerano un’imprevista e sorprendente conseguenza dell’iceeuro, invece, a me che ci ho pensato bene, non mi meraviglia:
4.7.8.1.2 il commercio, evolvendosi positivamente, sta assumendo una concezione di sé non più di sfruttatore del prossimo, ma di suo servitore, archiviando una cooperazione che non era riuscita a superare le sue problematiche.
4.7.8.2. Il consumatore ora compra in contanti, riempie la dispensa, compra merci sia per posta che nella confezione d’origine, non chiedendo dilazioni;
4.7.8.2.1 conseguentemente i commercianti non hanno più bisogno nè di aprire conti di credito, nè di magazzinaggio, perché per lo più le merci viaggiano dalla ferrovia al consumatore.
4.7.8.2.2 La concomitanza di tutte queste circostanze favorevoli ha, in un certo senso, purificato il commercio, eliminandovi la necessità di quei tipi insieme in gamba - per evitare le insidie dei debiti e della riscossione – ma anche così spregiudicati da assaporare i vantaggi del profitto e della dilazione;
4.7.8.2.3 perché – se, in precedenza, potevano avviarsi al commercio unicamente i cittadini prima di tutto aventi capacità economica e vincenti, e solo subordinatamente anche ordinati, diligenti e parsimoniosi,
4.7.8.2.4 ora, invece, esso è alla portata anche della persona più banalmente dotata, perchè non c’è nessuna giacenza, nessun rischio, nessun errore, nessuna contabilità, nessuna particolare capacità di previsione:
4.7.8.2.5 pagamento in contanti, cash a consegna della merce; nessuna cambiale, nessun assegno, nessun’insolvenza, ma solo e sempre contanti ..... una vendita a conto neanche commissionandola!
4.7.8.2.6 Passa alla cassa…..ho pagato dammi il pacchetto: la trattativa è chiusa ed archiviabile, mentre il commerciante può già seguire con lo sguardo nuovi acquirenti.
4.7.8.2.7 Poiché un simile lavoro ormai lo può svolgere qualunque individuo banale, la spietata legge di concorrenza ne sta proporzionalmente contraendo i guadagni, così disincentivando gli individui insieme più capaci, avventurosi, ma anche spregiudicati, che ormai si dirigono altrove.
4.7.8.3. Che succederà delle cooperative di consumo? Essendo statutariamente il loro fine quella stessa riduzione delle spese aggiuntive di commercio - che con questa riforma monetaria sta assalendo anche quest’ultimo - sono belle che spacciate!
4.7.8.3.1 Chi più vi aderirà dovendo sobbarcarsi - in cambio dei costi ridotti - il fastidio del nostro magazzino così decentrato, l’obbligo del pagamento contanti, il volume d’acquisti non minimo,
4.7.8.3.2 quando ormai – anche prescindendo dal fatto che, con simili caratteristiche ormai generalmente si compra per posta all’origine – ma poi, con piccola maggiorazione, si ottiene sottocasa lo stesso trattamento?
4.7.8.3.3 …….in simile situazione, creata dalla riforma dell’iceeuro, rispetto al comune commercio, noi associazioni di consumo abbiamo la stessa possibilità di distinguerci che avrebbe un’associazione di negri in Africa o di bevitori di birra a Monaco!
4.7.8.4. Comunque, la sparizione delle cooperative di consumo non verrà rimpianta né molto né a lungo: anzi, è opinione comune che non sia data buona prova di noi, che non avremmo saputo trovare il nostro posto ed avremmo invece calpestato davvero molti piedi!
4.7.8.4.1 Istituzionalmente la cooperazione di consumo avrebbe dovuto presentarsi come il naturale contrappeso di Confcommercio, interessandosi, sia in teoria che in pratica, di tutti quei problemi ovunque affrontabili solo collettivamente e scavalcando il privatismo.
4.7.8.4.2 Ad esempio, quali prezzi avrebbe dovuto accordare l’associazione dei produttori tedeschi di feltro a quella dei produttori di pantofole? In assenza di una gestione associazionistica solo l’intervento della polizia avrebbe potuto risolvere il problema!
4.7.8.5. Ma le cose non sono andate così e non possiamo certo esser fieri dei risultati da noi ottenuti: mi rimorde la coscienza a pensare che abbiamo sì tolto il pane di bocca a molti dettaglianti indipendenti - e tra i più piccoli! -
4.7.8.5.1 sbranando pesciolini ma senza esser riusciti, neanche una sola volta, non dico a far sparire, ma neanche a contrastare anche un solo e singolo pescecane della borsa o grossista di cereali, ecc.ra. ......cioè a fare quello che la gente s’aspettava da noi!
4.7.8.5.2 A questo punto, chi non assocerà il nostro procedere col bel quadro di L. Richter[1] Le venditrici di cacio, deprecando un’associazione mutualistica che fà gravare tutto il suo poptere solo sui piccoli, solo sui deboli?
4.7.8.5.3 Ben venga allora questo iceeuro che – a noi sostituendosi - avrà sì fatto chiudere parecchi bottegai, ma ha almeno saputo, anche e prepotentemente, farsi valere verso l’alto, ed in modo particolare sulla borsa!
4.7.8.6. Purtroppo, il nostro associazionismo non è mai riuscito ad enucleare quegli allarmanti risvolti negativi, presenti ovunque vi sia quella disponibilità di denaro altrui, che sicuramente non può esser tutelata da una natura umana istituzionalmente ladra;
4.7.8.6.1 nè si può certamente pretendere, che - dopo che hanno delegato tali incarichi - i membri di una comunità verifichino personalmente conto per conto, nè tantomeno la corrispondenza della fornitura col campione;
4.7.8.6.1.1. (a loro attenuante il fatto che - quando si maneggino merci indifferenziate, come ad esempio il denaro - il controllore non necesssita della conoscenza merceologica-tecnica invece richiesta da merci, variabili non solo in quantità ma anche in qualità!)
4.7.8.6.2 né si è ancora riusciti a trovare speciali accorgimenti che - con indiscutibile vantaggio generale - evitino all’associazionismo le perdite dovute agli abusi degli amministratori.
4.7.8.7. Quindi da un comunismo generalizzato dobbiamo purtroppo aspettarci da una parte il vantaggio della comunione dei beni e dell’eliminazione della proprietà privata, ma dall’altra tutta una serie d’abusi amministrativi:
4.7.8.7.1 ed in quest’ottica io dò il benvenuto tanto a questa semplice evoluzione delle consuetudini commerciali, ottenuta dall’iceeuro - e foriera, per il consumatore, di una simile riduzione dello spese aggiuntive di commercio -
4.7.8.7.1.1. che al fatto che le merci siano nuovamente consegnate nelle mani ed al controllo del loro diretto interessato, senza dover più passare attraverso quelle dei loro rappresentanti,
4.7.8.7.1.2. ben conscio che merce e loro proprietà si fanno davvero buona compagnia, mentre - sia nella determinazione dei prezzi che nella valutazione merceologica - l’intrusione di terzi è non solo fonte di corruzione,
4.7.8.7.1.3. ma anche estranea sia al concetto di commercio che della determinazione del prezzo, attraverso la legge della domanda ed offerta.
4.7.8.8. Così non sembri strano che, proprio mentre si celebrano le esequie dell’associazionismo di consumo, io ugualmente proclami il conseguimento di quello che era il loro scopo istituzionale, cioè l’unione di tutte le associazioni,
4.7.8.8.1 perchè la migliore di tutte le associazioni di consumo è pur sempre quel mercato, dove i proprietari – uscente e subentrante - negoziano, accertando la bontà della merce;
4.7.8.8.2 aperto perché nessun comune o città di tutto l’Impero, ti costringe ad accederci, dove convergono i marchi di pagamento universalmente riconosciuti (cioè il denaro) [2], e dove ogni diffidenza cessa, ogni fonte di corruzione sparisce, ogni controllo pubblico è superfluo,
4.7.8.8.3 perché nessun privato fà il mediatore con pieni poteri, per conto terzi o assenti, escludendo così sicuramente di far salire i prezzi delle merci contro mazzette, come hanno sempre fatto gli amministratori delle cooperative di consumo!
4.7.8.9. Così non è stata la cooperazione – che può andare a riporsi – ma la riforma dell’iceeuro ad appagare ogni aspettativa dei consumatori,
4.7.8.9.1 accelerando e contemporaneamente decantando il commercio, con quella riduzione dei prezzi che hanno assimilato i guadagni commerciali ad un comune stipendio.
[1] N.d.t. : Ludwig (1803-1884) ; si noti che anche in italiano si suol dire 'fare caciara' nel senso di far confusione.
[2] N.d.t. : interessante la spiegazione dell' etimologia del termine marco, equivalente quindi all' italiano marchio di fabbrica : trattandosi di monete di metallo nobile, l' associazione commercianti pro tempore, dopo gli opportuni accertamenti, stabiliva il riconoscimento di quel 'marchio di fabbrica', per quel determinato peso di quel determinato metallo nobile ed avente quel determinato grado di raffinazione, disponendone poi l' accettazione, in tutto il mercato, senza ulteriori controlli.